Il Greco, un vino per guerrieri.
Il Greco bianco di Bianco è un vitigno antichissimo, portato dagli antichi greci in Calabria.
La storia, ricostruita da archeologi e dagli enologi, lo vede partire dalla Tessaglia 26 secoli fa. Giungendo in Calabria proprio a Capo Bruzzano.
Grazie alle sue proprietà, ulteriormente affinate dalla passitura al sole, il Greco era considerato un vino “d’azione”, pur restando ovviamente sotto la benedizione di Dioniso, dio dell’ebrezza e dell’energia vitale.
Si ha notizia della sua distribuzione ai soldati Locresi e Reggini durante la battaglia contro i Crotoniati, avvenuta nel VI secolo AC. Il Greco era dunque considerato un vino per guerrieri, capace di dare energie ai soldati affinchè vincessero e soggiogassero il nemico. Una testimonianza resa ancora più indicativa se pensiamo che, come ci racconta il Professor Orlando Sculli, a Reggio Calabria si trovavano greci ateniesi, mentre a Locri spartani: il Greco mette d’accordo proprio tutti!
Una bellissima testimonianza del Greco quale vino da guerrieri la troviamo nell’opera di Exekias, ceramista ateniese attivo proprio nel VI AC. Nel suo famoso kylix di Dioniso, vediamo raffigurato il dio greco trasformarsi in vite per contrastare l’attacco di pirati che volevano catturarlo. Dioniso in viaggio su una galea greca, proprio nel mediterraneo, che si trasforma in vite – in quel vino che oggi chiamiamo Greco di Bianco?
Ma non c’è solo guerra nella storia del nostro vino: bensì anche amore. Pare proprio che le stesse proprietà inebrianti per i soldati, fossero ottime per celebrare feste dionisiache, celebrare la fertilità concessa da Demetra o matrimoni.
Non solo guerra quindi, ma anche amore. In ogni caso, si tratta del trionfo della vita, tramite secoli di storia di inebriante bellezza. Una storia che ha dato forma all’Italia e che vive ancora oggi nei nostri vigneti autoctoni in Calabria. S
ulla stessa costa dove sbarcarono i nostri antenati greci.