Mantonico, un vino per meditare.
Il Mantonico bianco è un altro vitigno autoctono calabrese ed è ancora più raro del Greco.
Delle sue origini si sa poco, ma gli storici concordano che sia arrivato in Calabria esattamente come ci arrivò il Greco di Bianco. Fu portato dai greci sbarcati a Capo Bruzzano nel VII secolo AC. Ma perchè portare due vitigni?
Perchè il Greco ed il Mantonico avevano scopi diversi. Se il Greco, per le sue proprietà inebrianti era usato per “motivare” i soldati e per celebrazioni dionisiache (quindi anche per fare l’amore), il Mantonico era un vino per meditare, riservato alla sfera spirituale.
Il suo nome stesso lo dice: mante – theikos : un vino per sacerdoti e indovini. Il Mantonico veniva usato per meditare, pregare, leggere gli oracoli.
Il procedimento per ottenere il Mantonico era -ed è – lo stesso del Greco: dopo la vendemmia, si faceva passire al sole e a quel punto si otteneva il vino dalle ove passite. Bevendolo, le figure religiose raggiungevano uno stato di ebrezza considerato necessario per poter comunicare con gli dèi. Era, insomma, il vino che metteva in comunicazione gli esseri umani col divino. Senza la meditazione fondamentale per ottenere indicazioni dagli dèi, non si poteva procedere con attività altrettanto importanti come la guerra contro una città nemica.
Non è quindi sbagliato dire che Mantonico e Greco di Bianco fossero – e ci piace pensare che ancora sia così – complementari.
Nel nostro caso, è stata una fortuna avere entrambi questi vitigni leggendari nei vigneti e potercene prendere cura, conservando un pezzo di storia.